Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/137

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Regina, e Signora, ma portava ancora donneschi vestiti, ed abbigliamenti, filava ed aveva la smania di cangiar sesso mediante il soccorso dell’arte1.

In fine faceva spesso riunir insieme tutte le pubbliche meretrici della città; trattava con esse d’ogni segreto della lor professione e le chiamava quasi sue compagne d arme col titolo di commilitones; titolo di cui servivansi i Generali parlando ai lor soldati, ed eserciti2. All’opposto egli disprezzava talmente il Senato che lo chiamava una adunanza di illustri Schiavi, conforme diceva null’altro essere il popolo che una massa di miserabili3. Da quanto si è fin qui detto di costui sembrami che a niuno de’ suoi antecessori, e successori si possa con più di verità appropriare, come a Lui stesso quello che Tacito disse di Messalina, cioè, che cercato aveva d’acquistarsi il massimo onore colla pratica delle più grandi infamità, e scelleratezze.

  1. Dion. L. 79. c. 14, 16. pag. 1362, 1364, 65.
  2. Ibid. c. 26.
  3. Ibid. c. 20.