Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/190

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all’opposto deduce anche questa stravaganza dal domiuante trasporto dei Romani di preferire alle cose naturali tutte quelle, che ad esse erano affatto contrarie. Verso quell’epoca, in cui fu in Roma introdotto il detto costume, usavasi digià in quella Metropoli di stabilire tempo dei banchetti varj premj sul bevere. I più illustri Romani aspirarono ancora alla gloria di passare per i maggiori bevoni dell’età loro, ed alcuni di essi col mezzo di questo lor requisito pervennero ai più alti impieghi1. Il figlio dell’Orator Cicerone aveva l’abilità di tracannarsi due congj10, o secondo la nostra misura dieci bottiglie di vino in un tratto. Egli peraltro fu in ciò superato da un certo Novellio Torquato, il quale s’inalzò per questo verso sino al Proconsolato . Costui fù in grado di beversi quindici bottiglie di vino in un’attimo; eroismo, al quale lo stesso vecchio, e nojoso Tiberio volle per maraviglia trovarsi presente2. Questo medesimo Torquato si acquistò in conseguenza una grande riputazione per aver nella più perfetta guisa soddisfatto a tutti li impulsi dell’Arte del bere. Benchè egli vincesse nel bevere tutti i suoi rivali, ciò non ostante non gli restava giammai impedita la lingua, e

    prefecto lues morum, nec aliunde major, quam medicina.

  1. Plin. I. c.
  2. ib.