Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/210

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Imperatore, si rese benemerito a Nerone per maravigliosa scoperta fatta da lui che potevan ungersi con unguenti anche le piante de’ piedi1.

Doveva certamente riuscir difficile anche alle stesse donne oltremodo vane della loro capelliera, e dell’assetto del loro capo il superare gli Uomini, e i Giovani descritti da Seneca nel seguente passo.2 Puoi tu, dice egli, chiamare oziosi coloro, che passano molte ore sotto le mani del parrucchiere, nel mentre che con gran premura si consigliano in qual modo accomodar si possa ogni capello, riordinare i scomposti ricci della lor chioma, e adattarla su quei luoghi della fronte ove questa n’è mancante? Come non montano in collera tali Persone allorchè il parrucchiere si è mostrato in qualche parte alcun poco negligente, se in altra ha tagliato contra la moda diversi capelli, o non gli ha convenevolmente ridotti ad anelli? Chi vi è mai fra costoro, il quale non desideri che vada piuttosto in iscompiglio tutto lo Stato che la sua chioma, che non si prenda maggior pensiere dell’assetto del proprio capo che del pubblico Bene, e che non ami di comparir piuttosto ele-

    guenti) maxime delectat, spissum appellantes: linique jam, non solum perfundi unguentis gaudent Senec. Ep. 86. Parum est sumere unguentum, ne bis die terque renovetur, ne evanescat jn corpore.

  1. Plin. loco modo citato.
  2. De Brevit. vitae. c. 12.