Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/228

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te essere effettuate che dai più Ricchi fra i Ricchi; ma non meno meraviglioso dei suddetti Monumenti era il gran numero dei Palazzi, e delle Ville, che nei primi Secoli dopo la nascita di Cristo trovavansi in Roma, e in Italia. I Palazzi dei Grandi, che in Roma ascendevano a 1780, conforme 47000 all’incirca n’eran le case ordinarie, avevano una così ampia circonferenza che Seneca in più luoghi gli paragona a Città, e perfino a grandi Città1. Presentemente, dice Valerio Massimo6, credono di avere un’angusta abitazione coloro, le cui case non contengono maggiore spazio di quello, che n’occupavano un giorno ì campi del Dittator Cincinnato2. Che Seneca, e Valerio non esagerino la grandezza dei Palazzi de’ Romani ricavasi soprattutto da molte tèstimonianze di Plinio per rispetto all’ampiezza dei Bagni, e delle Cucine delle Case dei Grandi. Nei tempi antichi, dic’egli in un luogo, due jugeri7 di terreno eran bastevoli per un Cittadino Romano, e per la sua numerosa Famiglia; all’età nostra per lo contrario neppure gli Schiavi di Nerone contenterebbonsi d’aver dei Bagni, che occupasser soltanto un eguale spazio, ed è un prodigio se l’uno, o l’altro non dà una pari

  1. Ep. 90. non habebant (majores) domos instar urbium. de Benef. VII. 10. Aedificia privata laxitatem urbium magnarum vincentia.
  2. Cincinnato possedeva quattro jugeri. Val. Max. IV. 4.