Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/227

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Se nei primi Secoli dopo la nascita di Cristo potè alcun privato emulare Agrippa in Opere di pubblica magnificenza, e in imprese universalmente utili, fu solo Erode di Atene, il cui Padre trovato aveva nn immenso tesoro sotto la propria casa. Il primo monumento della sua ricchezza, e beneficenza fu un Acquidotto presso Troade, che costò più di un millione di talleri. Dipoi in Atene egli edificò di marmo bianco lo Stadio lungo seicento piedi, e capace di contener tutto il Popolo, e quindi ua Teatro, per cui non fu messo in opera altro legno se non che di cedro lavorato, e disposto dalle mani dei migliori Artisti. Esso restituì similmente alla sua primiera magnificenza l’Odèo eretto da Pericle, e già decaduto, e restanrato più volte. Inoltre abbellì, ovvero costrusse il Tempio di Nettuno sull’Istmo, un Teatro in Corinto, uno Stadio in Delfo, un Bagno alle Termopile, ed un Acquidotto a Canosa in Italia. Non ostante tutti questi Reali monumenti le ricchezze, e la generosità di Erode non s’esaurirono in modo ch’ei non potesse colle più segnalate munificenze rendersi benemerito ancora agli abitanti dell’Epiro, della Tessaglia, dell’Eubea, della Beozia, e del Peloponneso1.

Tali Opere, quali furono quelle d’Agrippa, e di Attico, coi ora niun Monarca avrebbe il coraggio d’intraprendere non potevano certamen-

  1. L. 59. - 61. Gibbon. Edizione di Basilea.