Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/242

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regalare, e allo spendere. Egli passò fra le altre cose al Re Tiridate, che era venuto a visitarlo in Roma, venti mila tallerial giorno per la proprio corte, e nell’atto della sua partenza gli fece un regalo di più di tre millioni e mezzo della stessa moneta. Oltre a questo profuse a Gladiatori, a Commedianti, ed a Musici Case, Ville, e somme tali di danaro, che superavano le facoltà dei trionfanti Imperatori. Si fece il calcolo, secondo la testimonianza di Tacito, che Nerone in donativi dispensati a simil canaglia avesse per lo meno sciupato un capitale di cinquantacinque millioni di talleri1. Il figlio di Agrippina era d’opi-

  1. Hist. Lib. I. 20. „ Bis, et vicies millies sestertium donationibus Nero effuderat„. Dopo la morte di Nerone, Galba procurò di soccorrere l’esausto Tesoro col ripetere dai donatari il decimo delle somme che Nerone aveva loro profuse; Ma si trovò, che a quelli i quali dal detto Imperatore eran stati arrichiti, appena rimancva la decima parte di ciò che essi avevano ricevuto, e questi avanzi della Neroniana prodigalità non consistevano già in beni campestri, o capitali mà in istrumenti della loro voluttà e ghiottornia. „ At illis vix decumae super portiones erant: iisdem erga aliena sumptibus, quibus sua prodegerant, cum rapacissimo cuique ao perditissimo non agri aut foenus, sed sola instrumenta vitiorum manerent„. Questa è una nuova conferma della già fatta osservazione, cioè che il facile, ed iugiusto mezzo col quale i Romani giungevano ad arricchirsi era una delle principali cause della loro forsennata profusione.