Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/43

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rava che si desse luogo a processi, e sentenze di lesa Maestà? A tal dimanda rispose Tiberio che si eseguisse la Legge. La Legge, dice Tacito, secondo la quale si puniscono i delitti di lesa Maestà, è molto antica, ed ebbe per luogo tempo lo stesso nome; ma una volta i delitti di lesa Maestà erano ben diversi da quelli, che sotto quest’aspetto venivano portati in giudizio sotto il governo di Tiberio. Nei tempi della Libertà non si consideravano come tali se non se i tradimenti delle truppe, le congiure, e le sedizioni della plebe, e finalmente ogni non virile, e indegna condotta nella guerra, e contro i nemici della patria, per cui la maestà del popolo Romano ne rimanesse oscurata, e avvilita1. Allora venivano accusati soltanto i fatti, e impuniti restavano i discorsi2. Al contrario sotto tutti gl’Imperatori, che porgevano ascolto agli spioni, i più gravi delitti non ricevevano per lo più alcuna pena, e gastiga-

  1. Annal. I. 72.
  2. Ib. Facta arguebantur, dicta impunia erant = Ciò non è per altro del tutto vero. Ad una nobile Claudia fu imputato a delitto di lesa maestà l'aver detto, per l’impazienza cagionatale dal ritardo che provava il suo cocchio a motivo dell’eccessivo concorso della plebe, che ella desiderava che tornasse a vivere il di lei fratello, e perdesse una battaglia navale contro i Cartaginesi, affinché venisse a diminuirsi la folla della gente dentro la città. Svet. in Tib. c. 2. e Val. Massim. lib. VIII. c. 1.