Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/44

Da Wikisource.
40

vansi viceversa in persone innocenti le parole, i sospiri, le lagrime, e persino le mancanze, o la disgrazia de’ proprj congiunti. Fa d’uopo, dice Tacito, di riferire i primi tentativi di quelle accuse, che in seguito produssero la sventura di tutto ciò che trovavasi di grande, nobile, e ricco, e che in line gettarono nella comun rovina anche quei medesimi, che stati n’eran gli autori1.

Coloro centra i quali soprattutto s’incominciò a porre in opera sì fatte accuse furono Falanio, e Rubio, ambidue Cavalieri Romani di mediocre fortuna e considerazione, attesoché il primo aveva tra i Sacerdoti, o adoratori di Augusto, che tenevansi in ogni casa non affatto oscura, ammesso il Comico Cassio, soggetto di cattiva fama per le sue non naturali dissolutezze, venduta unitamente ad alcuni orti la statua del suddetto Imperatore4, e F altro erasi fatto lecito di giurare il falso pel nome, o per la Divinità dello stesso Principe. Il Senato non ebbe il coraggio di scacciare dalla sua presenza gl’iniqui delatori di tali soggetti colle loro insulse accuse, nè di atterrirli mediante la sua dignità. Tiberio per altro dichiarò ai capi del Senato stesso, che non fosse più aggiudicato a suo Padre5 alcun divino onore, affinchè questo non divenisse per i cittadini una causa di rovina e di lutto; che in quanto al Comico Cassio, il

  1. An. I. c. 75. 74.