Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/49

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accusar Silano, cercò altresì nel tempo istesso con un’ingegnosa ed accorta adulazione di cattivarsi sempre più la grazia ed il favor di Tiberio. Egli propose adunque che in avvenire non fosse più spedito nelle provincie in qualità di Comandante chiunque condotta aveva una vita licenziosa e immorale, e che lasciar si dovesse all’Imperatore la scelta dei Candidati. Tiberio per altro disapprovò colle più sode ragioni questa proposta, e raddolcì del pari la pena, di cui volevasi aggravar Silano1. In simil guisa egli confuse pure un giorno l’adu-

    rum, festinatio exstimulabat, dum aequales, deinde superiores, postremo suasmet ipse spes anteire parat. Quod multos etiam bonos pessumdedit, qui spretis, quae tarda cum securitate, praematura vel cum exitio properant. Ibid.

  1. Ib. c. 69. Neque posse (disse Tiberio fral’altre cose) principem sua scientia cuncta complecti, neque expedire ut ambitione aliena trahatur. Ideo leges in facta constitui, quia futura in incerto sint. = Satis onerum principibus, satis etiam potentiae; minui jura, quoties gliscat potestas; nec utendum imperio ubi legibus agi possit. Quanto rarior apud Tiberium popularitas tanto laetioribus animis accepta. Atquo ille prudens moderandi, si propria ira non impelleretur, addidit, isulam Gyarum immitem, et sine cultu hominum esse. = Qui ha luogo uno di quei casi, in cui potrebbesi accusar Tacito di non esser stato sempre uguale nei suoi giudizj. Si faccia il confronto dell’ultime parole di questo passo con quanto si legge nei due precedenti Capitoli.