Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/51

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aspetto ebbe il cuore alla presenza del Senato, e del Principe di imputare il più inverisimile alto tradimento all’innocente suo Padre, che coperto dal sucidume, e dallo squallor della carcere gli scuoteva in faccia le sue pesanti catene1. Lo snaturato figlio faceva le parti di testimone, e d’accusatore nel tempo stesso, atteso che un illustre Romano, da lui nominato qual complice di suo Padre, erasi da se stesso tolta la vita subito che intesa ne aveva la detta accusa, mentre il sospetto, il pericolo della morte, e l’eccidio non andavano quasi mai disgiunti. Come che però l’innocenza di costui, che si uccise di propria mano, e quello dell’ingiustamente incolpato Padre erano oltremodo chiare ed incontrastabili, così la compassione per questi, e lo sdegno contra l’infame accusatore ispirarono ad alcuni membri del Senato il coraggio di proporre, che le ricompense destinate agli accusatori non dovessero avere effetto allorquando l’accusato ucciso si fosse da se me-

  1. An. IV. c. 28. Iisdem Consulibus miseriarum ac saevitiae exemplum atrox, reus pater, accusator filius, nomea utrique Vibius Serenus, in Senatum inducti sunt. Ab exilio retractus, inluvieque ao squalore obsitus, et tum catena vinctus, perorante filio, pater. Paratus adolescens multis munditiis, alaori vultu. = At contra reus, nihil infracto animo, obversus in fìlium, quatere vincula, vocare ultores Deos, ut sibi quidem redderent exilium, ubi procul tali more ageret; filium autem quandoque supplicia sequerentur.