Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/65

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povero Principe, ed a quella da lor tenuta verso il medesimo. In tali Diarj erasi notato colla massima esattezza quante volte coloro percosso avevano e con aspre parole maltrattato quello sfortunato giovine, come miserabile e stentata fu la sua morte, ed in quali imprecazioni proruppe contro Tiberio negli ultimi periodi del viver suo. I membri del Consiglio appena potevano prestar fede alle loro orecchie intendendo che il detenuto Druso avesse per tanti anni avuto ai suoi fianchi varie crudeli guardie, le quali preso si fossero l’incarico di segnarne le diverse mutazioni del volto, i lamenti e i più segreti sospiri, e che il suo nonno stato fosse capace non solo di fare, ed udir leggere siffatti rapporti ma di renderli altresì pubblicamente noti, e palesi. Ciò che poi cagionò sopra modo maraviglia e spavento ad ognuno fu il vedere che Tiberio, il quale altre volte con tanta premura nascondeva e sapeva così bene tener occulti i proprj misfatti, fosse giunto ad un tal grado di temerità e di barbarie da aver il coraggio di abbattere, per così dire, le mura della carcere di Druso e mostrare a dito in qual guisa quello sfortunato Giovine sotto le percosse del Centurione, e fra gli strapazzi degli schiavi, avesse indarno supplicato e pianto per ottenere il suo necessario alimento. La causa per cui Tiberio s’indusse a smentire del tutto il proprio carattere e a far leggere in Senato ciò che (conforme egli medesimo giustamente riflettendo avrebbe dovuto accorgersene) invece di giustificarlo lo