Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/64

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simo, e perdeva eziandio ogni cognizione dell’esser suo. Infatti nel mentre che egli se ne stava per interi giorni indefessamente occupato intorno alla ricerca e all'esame dei colpevoli della morte di suo figlio, chiamar fece alla sua presenza uno de’ suoi commensali di Rodi, presso il quale erasi trattenuto lungo tempo, ed avevalo di più invitato a Roma ad oggetto di ricolmarlo di onori. La mente però di Tiberio era in quel punto così del tutto ripiena d’immagini e di progetti di tormenti, di morte e di vendetta, che ad un tratto ordinò che sul momento posto fosse alla tortura il predetto di lui commensale, e quindi accortosi d’essersi ingannato lo fece privar di vita affinchè non si divulgasse il suo sbaglio1. Ma molto più di tale funesto avvenimento recò sorpresa e terrore la condotta che egli tenne dopo la morte di Druso figlio di Germanico, fatto da lui perire in conseguenza di una crudel fame di nove giorni2. Estinto pertanto che fu questo povero Giovine, Tiberio procurò d’infamarne altresì la memoria coll' attribuirgli e supporgli i più odiosi disegni e delitti; e per dar maggior forza alle accuse prodotte da lui contro di esso, legger fece i Diarj che due Liberti Imperiali (uno de’ quali era Centurione) durante la prigionia di Druso compilati avevano rapporto alla condotta di questo

  1. in Tib. c. 62.
  2. Tac. Annal. VI 23.