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stancano, e rattristan lo spirito! I più antichi Istorici trattenevano, e dilettavano i lor Lettori colla narrativa del sito, e delle proprietà di varj paesi, dei costumi di diversi popoli, dei vicendevoli avvenimenti di battaglie, e della gloriosa morte d’illustri capitani, e soldati. Io all’opposto null’altro narrar posso se non che crudeli comandi, continue accuse, proditorie amicizie, e la rovina di cotanti innocenti; e benché tali racconti non manchino di esser utili, pure è ben difficile che i medesimi arrecar possano sollievo, e compiacenza ad alcuno.
Se Tiberio rese malagevole ai susseguenti Tiranni il superarlo in crudeltà, egli ebbe però del continuo sopr’essi la distinta prerogativa di non aver malamente profuso alla Plebe e alle Legioni i tesori dello Stato e il succo vitale delle Provincie. È vero che egli a norma del perfido consiglio di Sejano riunì in un campo presso la Città le Coorti Pretoriane, che per l’innanzi se ne stavano sparse nella medesima, e fondò ad un tempo in queste stesse Guardie del corpo i più forti appoggi, e i più pericolosi nemici del Despotismo1; ma fu d’altronde estremamente rigoroso, ed economo, tanto verso le dette Pretoriane Coorti, quanto colle Legioni delle Provincie2. Tiberio, simile anche in ciò ad Augusto, non solo non concorse ad accrescere il