Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani I.djvu/93

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di collocare la propria statua anche nelle Sinagoghe e perfino nel Tempio di Gerusalemme. Allorchè pertanto gli Ebrei gli mandarono un ambasciata a fin d’impedire questa profanazion dell’Altissimo, Egli disse ai membri della medesima, e specialmente a Filone: Voi siete dunque quegli Empj, che non volete adorarmi, quando che da tutti gli altri uomini sono tenuto, e venerato qual Dio? ma siccome comprese che gli Ebrei si sarebbero piegati a tutt’altro, ed avrebbero tutto arrischiato fuorchè a ricevere la sua statua nel tempio di Iehovah, così egli licenziò in seguito gli Cmbasciatori con queste precise parole. = Coloro, i quali riconoscer non vogliono che a me è stata concessa una natura divina, mi sembra ch’essi non sieno tanto malvagi, ed increduli quanto ciechi, e privi d’intendimento.

I Romani erano a loro eterno disonore piò pieghevoli, e vili del popolo circonciso da lor disprezzato, e abborrito. Essi adoravano il loro tirann come il Giove Remano (Jovem Latialem), ed i più facoltosi, ed illustri soggetti si disputavano a gara, e colle maggiori corruzioni l’onore di esser accolti nel numero dei sacerdoti del vivente Dio Imperatore, fra i quali quest’insensato, ed iniquo Despota ammetter fece il suo cavallo, ed anche se stesso per ciò che concerneva la visibile, ed umana di lui natura. La sua statua d’Oro era quotidianamente vestita com’esso lui, ed ogni giorno gli si faceva il sacrifizio di un gran numero dei più