Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/140

Da Wikisource.
136

polo si rilassa, allora la rilassatezza del discorso diviene una prova di quella de’ costumi. La mente, ed il cuore non possono mai essere d’un intonazione o colore del tutto dissimile. Quando il cuore è sano, e perfetto, lo debb’essere ancora il capo. Ma se il primo rimane sopraffatto dalla corruttela, allora questa invade anche l’altro. Uno spirito abbattuto, o fervido, ed elevato si manifesta con un lento, o veloce, ed alato passo, e movimento del corpo. Quanto più dunque le varietà dello spirito corrisponder non deggiono a quelle del cuore, mentre l’uno, e l’altro sono tra loro più strettamente d’accordo di quello che essi lo siano col corpo? — È noto come visse Mecenate, e perciò non deve recar meraviglia se il suo stile fu così libero, e vago come la sua vita, e se le sue parole, e le sue frasi spiravano quella medesima affettazione, e soverchia licenza, che già vedevansi ne’ suoi abiti, ed ornamenti, nel suo modo di camminare, nella sua casa; nelle persone del suo seguito, e nella stessa sua moglie — . Seneca, per convalidare il suo giudizio sopra costui riporta varj passi delle sue opere, i quali fanno pienamente conoscere che tanto Egli quanto Gallione, e Cassio Severo procurarono di distinguersi dai più antichi oratori e scrittori con nuove, ed ardite parole, ed immagini, con inaudite, ed iper-