Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/180

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Famosa è la sua ambasciata a Roma ov’ei si portò in compagnia di Diogene Stoico, e di Critolao onde indurre il Senato a liberare gli Ateniesi della gravosa multa, a cui i medesimi erano stati condannati dai Tribunali di Sicione per aver ingiustamente saccheggiati i Cittadini di Osopo.

Nulla più si ha al presente dell’Opere di Carneade, ma ai tempi di Diogene Laerzio, che viveva sotto Antonino Pio, e ne ha falla una breve Vita, esistevano tuttora alcune delle di lui Lettere scritte ad Ariarate Re di Cappadocia.

(4) Plinio nel compilar la sua Storia Naturale si servì delle notizie sparse in due mila, e più Autori Greci, e Latini siccome afferma il Fabricio (Bibliot. Lat. Lib. 2. c. 13.), il quale riporta altresì per ordine alfabetico i nomi di coloro, di cui Plinio stesso confessa d’essersi prevalso nella predetta sua Opera.

(5) Rispetto a Cornelio Tacito non credo fuor di proposito di quì riportare il giudizio fattone da alcuni famosi Eruditi, tal quale si trova nell’Opera del celebre Tommaso Pope Blount intitolata, Censura celebriorum Auctorum «Dictio Taciti floridior, uberiorque in Historiarum est libris, pressior, sicciorque in Annalibus; scaber tamen quibusdam, et obscurus videtur; suo ne