Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/181

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vitio, an ipsorum? Nam acute, arguteque scripsisse fateor, et tales esse debere qui cum legent « (Lipsius in Not. ad Polit. lib. 1. e. 9.)

» Stylus (Taciti) magis gravis quam elegans; asper enim parumper, et duriusculus est, atque a Latinae linguae candore discedens. « (Carolus Sigonius.)

«Magnis mentibus maxime convenit hic auctor, et praecipue iis, qui ad Reipub. clavum sedent « (Roland. Mares in Epist. pag, 23.)

Veggasi ancora ciò che di tale impareggiabile Istorico dice il celebre Sig. Professor Lodovico Valeriani nella sua non mai abbastanza lodata Dissertazione da lui premessa alla dotta Versione, che egli ultimamente n’ha fatta.

(6) Il primo Imperatore, che veramente non può dirsi Romano, o Italiano, fu Nerva; imperocchè, sebbene egli nascesse in Narni, tuttavia era oriundo di Creta. In seguito ne vennero immediatamente Trajano, e Adriano, ambedue Spagnuoli della città d’Italica. (Gibbon.)

(7) Oltre all’Asino d’oro, ed alle Metamorfosi, abbiamo ancora di Apulejo alcune Opere, le quali trattano della Filosofa Platonica. Varj sono stati coloro, da cui si è scritto su i meriti, e su i difetti di questo Autore; ma io non ne riporterò quì che il parer di due soli, i quali vagliono