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Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/35

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poi nelle feste sanguinose dei Romani non passasse mai alcun istante senza spargimento di sangue, così dopo la fine dei combattimenti colle bestie feroci, ed allorchè la maggior parte degli spettatori se ne andavano a desinare alle proprie case, davasi principio ai così detti Giuochi di mezzo giorno nei quali facevansi combattere tra loro quegli infelici che erano rimasti nelle pugne colle rapaci Fiere1. Ultimamente, scrive Seneca, capitai per caso ad uno di questi spettacoli di mezzo giorno in cui aspettavami di osservare scherzi, e trastulli i quali sollevassero un poco lo spirito, e gli occhi dalla vista di tanto spargimento di sangue. Ma tutti i combattimenti accaduti per l’innanzi erano stati un nulla a paragone di quello che allor vedevasi2. I combattenti non avevano neppure alcun istrumento di difesa, e siccome oltre a ciò erano inesperti nell’uso, e maneggio dell’armi, così ogni colpo apportava loro ferite, e morte. La maggior parte delle persone, aggiunge Seneca,

    tali fatti. II. 22. Saturn. In questo, e nel precedente capitolo si spiegano ancora moltissime espressioni proprie del linguaggio gladiatorio dei Romani.

  1. Lips. II. 15 . ma principalmente Seneca Ep. 7.
  2. Contra est, quidquid ante pugnatum est, misericordia fuit.