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Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/34

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gior parte dei feriti che cadevano, o lasciavansi cader le armi ricevevano con un segno della mano, che dava il Popolo1 la lor sentenza di morte. Il popolo, come dice Seneca, stimavasi offeso allorchè uno non moriva di buon grado, o se una coppia combattuto avesse lungo tempo senza che l’uno, o l’altro mortalmente ferito cadesse in terra. Tostochè uno cadeva gridavasi comunemente al vincitore il terribil repete, e quindi per non isbagliare si desiderava che il corpo di quell’infelice fosse lacerato, e fatto in più pezzi. Molti Gladiatori peraltro avevano di gran lunga maggior coraggio, e sentimento d’onore dell’infame Plebe davanti alla quale erano obbligati a combattere. Venendo essi feriti stringevansi finchè potevano le proprie piaghe, e quindi restavano immobili al loro posto. Se finalmente cadevano, allora senza timore, e ritardo, e senza supplicare umilmente il lor Giudice, vale a dire il Popolo, o chi ordinata aveva la pugna, situavansi in guisa da poter essere con facilità uccisi dai proprj vincitori, e spontaneamente ricevevano, e molte volte s’introducevano da lor medesimi la mortifera spada nella gola, o nel petto2. Onde

  1. Verso pollice.
  2. Lipsio ha raccolti tutti quei passi che riferiscono