Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/55

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vano, e racchiudevano in mezzo a deserti ove le loro Legioni, troppo infingarde per coltivarli, mandavano di tanto in tanto a pascere le proprie greggi; ed in tali inutili contrade ricusavano poi l’ingresso a Popoli valorosi, e diligenti, che imploravano la grazia di stabilirvisi, finattanto che fossero essi in grado di respingere colla forza tali supplichevoli armati{{#[tag:ref|Leggasi particolarmente ciò che Tacito dice, per rispetto alle deserte campagne della Germania bassa9 cui prima i Frisj, e poscia gli Ansibarj10 occupar vollero, e porre a coltura senza che i Romani ne dessero loro il permesso XIII. 54. 55.}}.

    Damnorum, sociis florentibus et modo victis
    Plena domus tunc omnis, et ingens stabat acervus.
    Nummorum, Spartana chlamys, conchylia Coa,
    Et cum Parrhasii tabulis, signisque Myronis
    Phidiacum vivebat ebur, nec non Polycleti
    Multus ubique labor: rarae sine Mentore mensae.
    Nunc sociis juga pauca boum, et grex parvus equarum etc.