Pagina:Storia della decadenza dei costumi delle scienze e della lingua dei romani II.djvu/81

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le altre scienze ancora, e soprattutto la così detta grammatica, ossia guida per imparare a conoscere la lingua, e ad intendere i Poeti, e gli Istorici, la quale formava l’unica istruzione dei fanciulli, trovavansi ripiene di siffatte inutili questioni, ed indagini. Esaminavasi in ampie opere se Ecuba era stata più vecchia d’Elena, se Anacreonte divenne più voluttuoso che bevitore, se Saffo si rese una pubblica meretrice, qual fosse la vera madre di Enea, quanto vissero Achille, e Patroclo, e quai capitani fecero dapprima combattere i leoni, e quai gli elefanti, e così discorrendo. Anche senza la testimonianza di Seneca credere si potrebbe che i maestri, e gli indagatori di simili inezie fossero a un tempo le persone più indegne, e bramose di compiacer se medesime, e che a motivo di cotesta loro inclinazione, e verbosità riuscir dovessero, estremamente nojose ed insopportabili a tutti.1. L’ec-

    supervacum erat transtulere in suam. E all’epistola 108. egli dice, aliquid præcipientium vitio peccatur, qui nos docent disputare, non vivere. Itaque quæ philosophia fuit, facta philologia est.

  1. Ep. 88. An tu quidquam in istis credis boni, quorum professores turpissimos omnium, ac flagitiosissimos cernis? — Quidquod ista liberalium artium consectatio