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et Africa, alium vero dimidìum sola Asia… Quapropter si in duas partes orbem dìvidas, Orientis et Occidentis, Asia erit in una, in altera vero Europa et Africa»1. La medesima divisione è ammessa da Sant’Isidoro2. L’abate di Fulda e vescovo di Magonza Rabano Mauro ammetteva bensì che la Terra fosse quadrangolare3, ma nello stesso tempo opinava che il detto, di cui nel cap. XXIV, v. 31 dell’Evangelio di S. Matteo, alludesse a ciò che i Greci chiamavano orizzonte4.

Conformemente allo spirito cristiano di quei tempi, la città di Gerusalemme era posta nel centro dell’orbe. E così Isidoro di Siviglia dice: «In medio autem Judaee civitas Hierosolyma est, quasi umbilicus regionis terrae»5, come pure Rabano Mauro: «In media Judaea civitas Hierosolyma est quasi umbilicus regionis et totius terrae»6. Gli Ebrei e gli antichi cristiani erano sicuramente condotti a ritenere che Gerusalemme fosse nel mezzo della Terra da due luoghi dì Ezechiele, l’uno dei quali nel cap. 5: «Ista est Hierusalem, in medio gentium posui eam et in circuitu eius terrae», l’altro nel cap. 38: «Et super populum, qui est congregatus ex Gentibus, qui possidere coepit, et esse habitator in medio terrae». Davide Kimchi, rabbino del secolo XIII, dice che la Terra abitabile si divide in sette parti, e che Gerusalemme è situata nel mezzo di quella parte che tra queste è la media7. Anche Fra Mauro ammetteva la posizione centrale della Santa Città8.

La ragione per cui nelle carte a ruota si attribuiva all’Asia la metà dell’orbe, e solo un quarto di esso a ciascuna delle altre due parti pare fosse questa, che Sem, come primogenito

  1. De Civitate Dei, lib. XVI, 17.
  2. Orig., lib. XIV, cap. I.
  3. V. più sopra, pag. 27.
  4. Rabanus Maurus, De Universo, lib. XII, cap. 2.
  5. Orig., lib. XIV, cap. 3.
  6. De Universo, lib. XIV, 2.
  7. Leopardi, op. cit., pag. 207 e 208.
  8. Zurla, Il mappamondo di fra Mauro, pag. 47 e 48.