Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/239

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Seno Etiopico, malgrado la sua esagerata grandezza, l’addentramento nel quale sbocca il Rio Grande.

Rivolgendoci ora all’Europa, è notabile primieramente la felice rappresentazione della Scandinavia come una grande penisola diretta da nord-est a sud-ovest, e circondata da numerose isole, alcune grandi, altre piccole. Solamente è a lamentare la mancanza quasi completa del golfo meridionale così caratteristico, che già appare tanto nella carta catalana del 1375 quanto nella carta dei fratelli Pizigani (1367).

Il mar Baltico è rappresentato come un grande bacino estendentesi da O.S.O. a E.N.E. Dirimpetto alla sua entrata, piuttosto angusta, giace l’isola Datia (Danimarca), diretta da mezzodì a settentrione, e detta, nella sua parte centrale Islandia (Seeland?). Secondo Fra Mauro, adunque, il Jutland non è parte dell’Europa continentale, con che, rispetto ad alcuni cartografi del secolo precedente (XIV), egli si mostra in regresso. Tuttavia, come osserva il Fischer1, l’errore è attenuato dalla leggenda: «Datia è parto in isola e parte in terraferma, e confina colla Bassa Alemagna». Quanto al nome dello stesso mare, dice Fra Mauro che ne ha parecchi, come «lubech (da Lubecca, città anseatica), prusico, sarmatico, germanico»; ma perchè quest’ultimo nome è più, chiaro, così, egli aggiunge, «ho notato golfo germanico». La poca salsedine che distingue il mar Baltico dagli altri mari europei, era ben conosciuta da Fra Mauro, il quale ne adduce anche la ragione. «Questo mare prussian, egli dice, è quasi dolce perfino alla bocca, e questo per le tante fiumane che vi entrano da ogni parte»2.

Nell’Asia centro settentrionale è notabile un gran lago, detto Mar Bianco, che, per la sua posizione, pare corrispondere al lago alpestre designato sulle nostre carte col nome di Baical, quantunque i suoi emissari, scorrendo verso sud-ovest, tributino al fiume Edil (Volga) o direttamente al Caspio o mare Ircano.

  1. Fischer, Sammlung mittelalterlicher Welt- und Seeharten italienischen Ursprungs, pag. 58.
  2. Zurla, op. cit., pag. 28.