Pagina:Storia della geografia (Luigi Hugues) - 2.djvu/238

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Rispetto alte altre parti dell’Africa, notiamo che, non sola- mente il grande veneziano conosce, sotto il suo vero nome di Takazzè ( Tagas) uno dei maggiori affluenti del Nilo sulla riva destra; ma egli ci mostra eziandio la forma, a modo di spirale, della curva che il Fiume Azzurro (Abavi di Fra Mauro, Abai degli Abissini) descrive, nel suo corso superiore, intorno alla giogaia montagnosa del Goggiam (Gogtani), menziona il lago alpestre dì Tana o Tzana; nomina e dispone convenientemente parecchi distretti dell’Abissinia. Anche l’angolo orientale dell’Africa è chiaramente disegnato nella carta di Fra Mauro: nelle vicinanze del Bab-el-Mandeb il dotto frate pone la dimora dei Danakil (Deukali), la città di Zeila (Zilla) e il distretto di Adel. Bappresenta bene il corso dell’Havash (Avasi); menziona, primo tra tutti i Geografi europei, il fiume Giub (Xebe, e, nel suo corso inferiore, Fluvio di Galla) sboccante nel- l’Oceano Indiano sotto la linea equinoziale.

Da una grande palude dell’interno, detta Almaona, esce un fiume che, scorrendo verso oriente, gettasi nel Nilo sulla riva sinistra, e, da quanto si può dedurre dalla leggenda contro- notata, corrisponde al corso superiore del gran fiume d’Egitto secondo Plinio. Fra Mauro nega però che il Nilo abbia le sue sorgenti nella Mauretania, ma considera il fiume uscente dalla palude Almaona come un ramo del Nilo, per la ragione che nelle sue acque vivono animali simili a quelli che si trovano nel Nilo1. L’isola Meroe (Meroes nel Mappamondo), anzichè lungo il corso del fiume principale, è invece rinchiusa tra due rami di quell’affluente occidentale.

Dalla stessa palude Almaona esce un altro fiume che scorre ad occidente, e ad un certo punto si scompone in due rami quasi paralleli e vicini tra loro, i quali vanno a sboccare nel- l’Atlantico a settentrione della entrata di un grande golfo detto Seno etiopico o altrimenti Golfo dell’Oro. In questo fiume occidentali? non si può a meno di riconoscere il Senegal, e nel

  1. Zurla, op. cit., pag. 58.