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152 Storia della Letteratura Italiana.


vi ha arte alcuna nel maneggio de’ pubblici e de’ privati affari, che a lui fosse ignota. Amministrava con ugual senno gli affari della Città e que’ della Campagna. Altri salgono a sommi onori per lo studio delle leggi, altri per l’Eloquenza, altri per la gloria dell’armi. Egli ebbe l’ingegno così ad ogni arte adattato, che l’aresti creduto nato unicamente a quella qualunque fosse, a cui rivolgevasi. Coraggioso nelle battaglie e celebre per molte illustri vittorie, dopo essere salito a ragguardevoli onori, fu General supremo dell’armi. Nella pace ancora peritissimo delle leggi, eloquentissimo nell’aringare. Né fu già egli tal uomo, che vivo solamente fosse in gran pregio, e niun monumento lasciasse di sé medesimo. Anzi ne vive tuttora, e ne è in onor l’eloquenza consecrata, per così dire, né libri d’ogni argomento da lui composti. Fin qui Livio, il quale altre cose ancora prosiegue a dire in lode di questo illustre Censore.

XII. Non fu dunque avversione, che Catone avesse agli studj, quella, che lo indusse a cercare il congedamento de’ Filosofi Greci, né fu timor che le scienze, qualunque esse si fossero, distogliessero dalla guerra i Romani. Sembra piuttosto, che la sola Greca letteratura fosse in odio a Catone, e la Greca Filosofia singolarmente. Abbiamo veduto di sopra, che solo nell’estrema vecchiezza si diede allo studio di quella lingua. Il Bayle ha voluto muover dubbio su questo punto38 , appoggiandosi all’autorità di Plutarco, il quale racconta, che Catone in età di circa 45 anni andato in Atene parlò per interprete a que’ Cittadini, benché potesse usare della lingua Greca. Ma l’autorità di Plutarco non basta a rimpetto del testimonio di altri antichi scrittori di sopra allegati, e di Cicerone singolarmente. Anzi Plutarco medesimo si contraddice, perciocché riferisce egli stesso, che la maggior parte degli autori affermano (parole, che il Bayle non troppo fedelmente ha tradotte con un semplice on dit) ch’egli tardi apprendesse la lingua Greca, poiché nell’estrema vecchiezza prendendo in mano i Greci libri, alcune brevi annotazioni scrisse traendole da Tucidide, e più ancor da Demostene, di cui si sa, che giovossi assai nel perorare le cause; e le sue opere di senti-




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