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Parte III. Libro II. 155

suoi studj Astronomici più chiaramente ragiona, quando introduce il vecchio Catone a favellar per tal modo al giovane Africano43 : Noi vedevamo venir quasi meno pel grande studio di misurare, per così dire, la Terra e il Cielo C. Gallo amico intrinseco del Padre tuo, o Scipione. Quante volte, avendo egli cominciato a scrivere alcuna cosa di notte tempo, fu sorpreso dal giorno! Quante volte sorpreso fu dalla notte, avendo egli cominciato a scrivere fin dal mattino! Quanto godeva egli nel predirci molto tempo innanzi le Ecclissi del Sole e della Luna! E questo suo sapere d’Astronomia non solo fu a lui di onore, ma di vantaggio ancora alla Repubblica tutta. Perciocché l’anno di Roma 585 essendo egli Tribuno militare nell’esercito di Paolo Emilio, a’ tre di Settembre radunato con licenza del Console tutto l’esercitò, avvertì i soldati, per usar le parole di Livio44 , che la prossima notte dalle due ore fino alle quattro sarebbesi ecclissata la Luna; niun credesse tal cosa prodigiosa e funesta; perciocché, accadendo ciò per ordine della natura a tempi determinati, potersi ancora conoscere avanti tempo e predire; e come non si stupivano, che ora intera fosse la luna ed ora scema, perché sapevano esser certo e determinato il sorgere e il tramontare di essa e del Sole, così non doversi avere in conto di prodigio l’ecclissi, seguendo questa, perché la Luna dall’ombra della terra viene oscurata. Il quale avvertimento giovò maravigliosamente a’ Romani, che il dì seguente venuti con animo lieto a battaglia co’ Macedoni condotti dal loro Re Perseo, e trovandogli atterriti per la veduta ecclissi, gli ruppero facilmente, e misergli in fuga. Questo fatto 45 46 medesimo viene raccontato da Plinioe da Valerio Massimo; ma quest’ultimo diversamente dagli altri due, che certo son più degni di fede, vuole che Gallo rassicurasse l’esercito solamente allor quando era già cominciata l’Ecclissi. Plinio aggiugne, che Gallo in appresso sulle Ecclissi compose e pubblicò un libro, che fu certo il primo tra’ Romani su questo argomento. Io so, che i Greci prima de’ Latini ebbero un tal vanto, e oltre che Talete il primo vuolsi da alcuni, che predicesse un’Ec-


<i) P* Sene». iu 14. (*ì Lib, IT. cap. XIL (2) Lib. XLIV, e. XXX VIL (4) Lib. VIIL czp. XL n, u Digitized by Google