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158 Storia della Letteratura Italiana.

Appio Claudio, con cui dissuase il senato dal far la pace con Pirro, o alcune funebri orazioni le quali però, egli aggiugne, piene sono di errori, di trionfi falsi, di falsi consolati, e di false genealogie ancora. Catone adunque fu veramente il primo che nome avesse e fama di valente oratore. Di lui favella qui Cicerone, e già di sopra abbiam veduto con quante lodi ei ne celebri Nomi e caratteri de' più antichi oratori romani.l'eloquenza. Quindi dopo aver nominati altri che valorosi oratori furono in Roma, viene a Sergio Galba che fu alquanto maggior di età di Lelio e del giovane Africano. A lui Cicerone concede il vanto di avere il primo usato di ciò che appellasi arte di ornamento dell'eloquenza, e di averne col suo esempio segnata agli altri la via. Nimirum, dice (n. 21.), is princeps ex Latinis illa oratorum propria et quasi legitima opera tractavit, ut egrederetur e proposito orandi caussa, ut delectaret animos, aut permoveret, ut augeret rem, ut miserationibus, ut communibus locis uteretur. Confessa però egli stesso che le orazioni di Galba erano allora poco pregiate, e che appena vi avea chi si degnasse di leggerle; di che arreca, questa ragione (n. 24.): ch'egli nell'atto di ragionare era dall'affetto compreso e trasportato per modo che vivo ancora e focoso ed eloquente erane il ragionare; ma che facendosi egli dappoi a scrivere e a ritoccar le sue orazioni ad animo più tranquillo e posato, languide riuscivano esse ancora e snervate. Anche i due famosi Lelio e Scipione, più volte già nominati, furono amendue valentissimi oratori. Amendue sono esaltati da Cicerone con somme lodi (n. 21. ec.); e benchè egli pensi che Lelio fosse soverchiamente vago di usare parole e stile antico e disusato, aggiugne nondimeno che fama forse maggior di Scipione egli ottenne nell'eloquenza: "perciocché, dic'egli graziosamente, egli è costume degli uomini di non volere che un uomo stesso sia in più cose eccellente. Or come nelle lodi di guerra niun può sperare di aggiugnere l'Africano, benchè sappiamo che nella guerra di Viriato assai valoroso si mostrasse ancor Lelio, così in ciò ch'è lode d'ingegno, di letteratura, di eloquenza, e di ogni saper finalmente, benchè amendue sian nominati tra' primi, a Lelio nondimeno volentieri accordano la precedenza".


IL (1) N. 2t. (j) N. 21. ec* Digitized by Google