Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/277

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età ad Ortensio questi esterni ornamenti, e comparendo degni di riso in lui già vecchio que’ vezzi, che grazioso il rendevano in età giovanile, e non potendo il gesto e l’azione essere animata e viva, com’era una volta, non è maraviglia, che quanto più egli avanzava negli anni, tanto più sembrasse perder di pregio la sua eloquenza; e che giugnesse a tal segno, che un anno innanzi alla sua morte, essendo egli entrato in pien teatro, ove sperava di ricevere applauso per una causa sostenuta il dì innanzi con felice esito, vi fosse da tutto il popolo ricevuto colle risa e colle fischiate31.

IX. Morì Ortensio l’anno 703 mentre Cicerone tornava dalla Cilicia; ed egli prese da esso l’argomento dell’Esordio, che poi premise al suo libro de’ Celebri Oratori, col quale egli forma un onorevole Elogio del suo emulo insieme ed amico. Le Orazioni di Ortensio gli sopravvissero per alcun tempo, ma assai meno pregiate, quando si ebbero sotto degli occhj, che non quando dalla voce e dal gesto di lui erano animate. Ejus scripta, dice Quintiliano32 , tantum infra famam sunt, qui diu princeps Oratorum, aliquando æmulus Ciceronis existimatus est, novissime, quoad vixit, secundus, ut appareat, placuisse aliquid eo dicente, quod legentes non invenimus. Ma un’altra memoria non men gloriosa lasciò di sé medesimo Ortensio, che per alcun tempo ne tenne viva la fama, cioè una sua figlia detta essa pure Ortensia, degna erede della paterna eloquenza, per cui essa ancora salì a grandissimo onore. Questa, essendo stato da’ Triumviri imposto un grave tributo alle Romane Matrone, né trovandosi alcuno, che volesse prendere le lor difese, andò ella stessa coraggiosamente innanzi a’ Triumviri, e con tal eloquenza perorò per la causa comune, che ottenne, che la maggior parte dell’imposto tributo loro si rimettesse33; meritevole essa pure di aver luogo nella Storia Letteraria di Roma insieme con altre illustri Matrone, che già abbiam rammentate, e poscia ancora rammenteremo.

X. Alle vicende, a cui fu soggetta la gloria di Ortensio, non fu già ella soggetta la gloria di Cicerone, di cui ora entriamo a parlare. Al primo suo comparire nel Foro co