Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/278

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mparve grande Oratore. La fama, che le prime cause da lui trattate gli conciliarono, gli fu sempre accresciuta da quelle, che venner dopo. E la sua morte, e tutto il lungo corso de’ secoli, che dopo essa è trascorso, ci ha ben potuto rapire alcune delle sue Orazioni, ma non gli ha mai potuto togliere il primo luogo tra gli Oratori; e finché durerà il buon gusto in alcuna parte del mondo, Cicerone vi sarà letto, ammirato, e, quanto è possibile, imitato. Niuno si aspetta, io credo, che io prenda qui a tessere il racconto della sua vita34. Troppo essa è nota e dall’opere di lui medesimo, nelle quali ei non è così parco in favellar di sé stesso, e da’ libri di tanti, che ne hanno diligentemente trattato. Fra questi meritano singolar lode due moderni Scrittori, Inglese l’uno, l’altro Francese, cioè i Signori Middleton e Morabin, i quali pressoché al medesimo tempo due assai erudite ed esatte Storie della vita di Cicerone han pubblicate a’ nostri giorni. A me non si appartiene il giudicare, a qual de’ due si debba la preferenza. L’Autor Inglese sembra, che abbia avuto più plauso per le molte versioni in diverse lingue, e per le replicate edizioni, che della sua opera si son fatte. Io non considero qui il Cittadino, il Console, il Senatore; ma solamente l’uom dotto. E quando si fosse questo l’unico punto di veduta, in cui si potesse collocar Cicerone, sarebbe questo bastante, perché dovessimo averlo in