Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/339

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in tutte le scienze la Filosofia ancora avea co’ suoi scritti illustrata, avealo fatto in maniera, per testimonio del medesimo Tullio14, che avea bensì giovato molto ad eccitarne gli altri allo studio, ma poco ad istruirli: Philosophiam multis locis inchoasti ad impellendum satis, ad edocendum parum.

V. Postosi dunque Cicerone alla grande impresa di render Latina, per così dire, la Greca

Filosofia, non vi fu parte alcuna, che da lui non fosse abbracciata ed illustrata. I principj di tutte le diverse sette, nelle quali era allora la Filosofia divisa, avea egli diligentemente investigati; e tutti si veggono in varie sue opere spiegati e svolti. Ne’ libri della Natura degl’Iddii, della Divinazione e del Fato, noi troviamo quanto intorno alla Naturale Teologia erasi fin allora pensato da’ più illustri Filosofi. Quante utilissime quistioni della Morale Filosofia veggonsi dottamente da lui trattate ne’ libri singolarmente de’ Fini de’ beni e de’ mali, delle Quistioni Tusculane, delle Leggi, e degli Ufficj, e ne’ Dialoghi della Vecchiezza e della Amicizia, e ne’ Paradossi! Di quella parte ancora di Filosofia, che allo studio della Natura appartiene, benché Cicerone non abbiala espressamente trattata, pure da varj passi veggiamo, quanto attento studio avesse egli fatto. Il secondo libro della Natura degli Iddii è un illustre testimonio delle cognizioni da lui acquistate nella Storia Naturale, nell’Astronomia, nell’Anatomia, e in tutte le altre Scienze, che allo studio della Natura appartengono. Vi si incontrano, è vero, molte opinioni, che la moderna Fisica rigetta e deride; ma non vuolsene incolpar Cicerone più che gli altri più famosi Filosofi de’ tempi addietro; anzi gli si dee gran lode, che tutto ciò, che essi insegnarono, abbia egli si felicemente e sì elegantemente spiegato. Certo io non credo, che più bella e più colta descrizione si possa legger di quella, che del corpo umano egli ha fatta, per tacer di altre, che potrebbonsi con ugual lode accennare 15 .

VI. Converrebbe ora entrare nella sì dibattuta quistione, quali siano stati i veri sentimenti di

Cicerone in ciò, che alla Religione appartiene. A trattarla a dovere necessario sarebbe intrapren