Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/377

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più in Roma molestia alcuna. E a questo probabilmente allude Plinio, quando, come sopra si è riferito, dice, che per oltre a secent’anni non vi ebbe Medici in Roma, non facendo egli conto di Arcagato e degli altri Medici, che per alcun tempo vi erano stati, ma poi per ordine del Senato ne eran partiti; e considerando lo stabilimento 196 della medicina come seguito solo a’ tempi del mentovato Asclepiade, di cui egli altrove parla assai lungamente12 .

VI. Era questi nativo di Prusa nella Bitinia, e venuto a Roma vi tenne dapprima scuola

pubblica di eloquenza. Ma non parendogli di arricchirsi in essa quanto avrebbe voluto, abbandonata la scuola, si dié all’esercizio della Medicina. Convien dire, che ciò accadesse poco dopo la metà del settimo secolo, perciocché l’Orator Crasso, il quale morì l’anno 662, dice presso Cicerone13 di aver avuto Asclepiade e a Medico e ad amico, e che egli superava in eloquenza gli altri medici di quel