Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/387

Da Wikisource.
Jump to navigation Jump to search

onforto potea nella sua vecchiezza avere un uomo passato per le più luminose cariche della Repubblica, che il vedersi affollati intorno tutti i suoi concittadini a chiedergli ne’ loro dubbj parere e consiglio; e che la casa di un dotto Giureconsulto potevasi giustamente chiamare l’oracolo della Città tutta. II. Non è quindi a stupire, che grandissimo fosse il numero di quelli, che a questo studio si rivolgevano. Ma, come suole avvenire, pochi furon coloro, che in esso acquistarono singolar fama. Di questi ancora io sceglieronne tre soli a dirne alcuna cosa più in particolare. Non vi è forse materia, in cui sia men necessario il distendersi a ragionarne ampiamente: tanti sono gli autori, che l’hanno illustrata. Se ne può vedere il Catalogo presso il Fabricio4 , a cui molti altri più recenti se ne potrebbono aggiugnere, e singolarmente l’altre volte lodato Avvocato Terrasson, che nella dottissima sua Storia della Romana Giurisprudenza ha diligentemente raccolto, ed esaminato quanto ad essa appartiene. Quinto Muzio Scevola è il primo, che ci si offre a ragionarne. A conoscere le virtù e il sapere di questo grand’uomo, basta leggere ciò, che in diverse occasioni ne dice Tullio. Non voleva egli tenere scuola né pubblica né privata di giurisprudenza; ma molti ciò non ostante accorrevano ad udire le saggie risposte, ch’egli dava a coloro, che a lui venivano per consiglio; e questo stesso era un utilissimo Magistero, di cui Cicerone confessa di essersi giovato assai5 . A un profondo saper delle leggi congiungeva egli una robusta eloquenza. Quindi Crasso presso Cicerone di lui parlando così dice6

Q. Scævola æqualis & collega meus, homo omnium & disciplina juris

civilis eruditissimus, & ingenio prudentiaque acutissimus, & oratione maxime limatus atque subtilis; atque, ut ego soleo dicere, jurisperitorum eloquentissimus, eloquentium jurisperitissimus. Quintiliano ancora gli dà luogo tra quelli, che nella Giurisprudenza insieme e nell’Eloquenza eransi acquistati gran nome7 . Uomo al medesimo tempo di probità insigne era a tutta la Repubblica esempio e modello d’ogni più bella virtù. Memorabile è il fatto, che