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Pagina:Storia della letteratura italiana - Tomo I.djvu/73

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34 Storia della Letteratura Italiana.

questi loro Antenati, non son mancati eruditissimi uomini tralle straniere nazioni, a’ quali è paruto, che di soverchia modestia dovesser gli Italiani esser ripresi, anzi che di soverchio desiderio di lode.

XXXII.

Decadenza e rovina della loro nazione.

Ma questa sì illustre Nazione subì anch’essa la comun sorte d’Italia, anzi del Mondo. Dopo essere stata e nelle lettere e ne’ sacri riti per lungo tempo maestra a’ Romani, fu costretta a divenir loro serva. Il dominio di essa si indebolì, si ristrinse, e finalmente verso il fine del quinto secol di Roma cadde sotto il potere dell’ambiziosa rivale. Col perire del loro potere parve, che perissero ancora le arti e gli studj loro; e che col dominio il sapere ancor degli Etruschi passasse a’ Romani. Ma prima di venire a favellare di essi, due altri popoli d’Italia ci si fanno innanzi, che prima di essi conobber le scienze, e coltivaronle felicemente.





PARTE II.


Letteratura degli abitatori della Magna Grecia, e de’ Siciliani antichi.


D

Opo gli Etruschi i primi popoli, de’ cui studj convien favellare, sono gli abitatori di quel tratto d’Italia, che anticamente col titolo di Grande o Maggior Grecia veniva appellato. Quali ne fossero precisamente i confini, non è cosa agevole a diffinire, come osserva il dotto Cellario1; ma egli è fuor di dubbio, che quella estrema parte d’Italia comprendeva, ove essa vieppiù si ristringe tra due mari, e volge alla Sicilia. Molte Colonie di Greci venute in diversi tempi in queste parti d’Italia ne cacciarono gli Etruschi e gli altri popoli, che le abitavano, se ne fecer padroni, e dalla lor patria stessa ad esse diedero nome. Più conghietture reca il Cellario, per cui puossi pensare, che a questa, benchè non grande parte d’Italia, il soprannome aggiugnessero di Grande o Maggiore, le quali presso

  1. Geograph. antiq. T. I. L. II. C. IX. num. XVII.