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56 Storia della Letteratura Italiana.

XIX.

Quanto a lui debba la Meccanica e l’Idrostatica.

La Meccanica ancora non dee ad Archimede punto meno della Geometria, e, secondo il Montucla, egli può veramente dirsene il creatore, di che chiara pruova ci somministrano i due ingegnosi trattati, che di lui abbiamo, De Æquiponderantibus, e De iis quæ vehuntur in fluido. Io non farommi qui a raccontar lungamente la celebre scoperta, che al Re Gerone egli fece, della frode usata da un artefice, il quale, avendo dal Re ricevuta una tal quantità d’oro per formargliene una corona, vi avea mista parte d’argento. Dicesi comunemente, ch’egli a caso trovasse il modo di fare tale scoperta, mentre stavasi tuffato nel bagno, osservando l’acqua, che per la massa del suo corpo fuori ne traboccava, alla qual occasione ancora narrano, che fosse egli preso da quel trasporto, di cui sopra dicemmo. Ma di questa favoletta ridesi il Montucla; e il metodo ancora rigetta, di cui dice Vitruvio aver usato Archimede; cioè di sommergere in un vaso d’acqua la corona, e quindi due altre masse al par di essa pesanti l’una d’oro, e l’altra d’argento, ed osservare la diversa quantità di acqua, che da esse facevasi travasare. Un’altra più ingegnosa maniera egli ne arreca, con cui potè Archimede scoprire al Re Gerone la frode, maniera tratta da quegli stessi principj, che vengono da lui stabiliti nel suo libro De insidentibus in fluido; cioè che ogni corpo sommerso in un fluido tanto vi perde del suo peso, quanto pesa un volume d’acqua uguale al suo. Io concederò volentieri al Montucla, che di questo principio si valesse Archimede a scoprire la frode; ma che di questo principio medesimo non potesse egli avere la prima idea, mentre si tuffava nel bagno, credo, che difficilmente potrà mostrarsi. Veggasi anche, come ragiona di questa scoperta il Conte Mazzuchelli1 nella vita di Archimede.

XX.

Sue Invenzioni ingegnose.

Fino a quaranta invenzioni meccaniche attribuivano gli antichi ad Archimede; ma appena ne troviamo alcune indicate negli Autori, che ci sono rimasti. Sua fralle altre dicesi la vite, ossia chiocciola inclinata, in cui l’inclinazione medesima, che il peso ha a cedere, sembra impiegata ad innalzarlo. A qual fine fosse ella da Archimede trovata, controvertesi tra gli Scrittori. Il Montucla afferma, ch’egli immaginolla, affinchè gli Egiziani

  1. P. 18 &c.