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Parte II. 57

se ne valessero a togliere da’ più bassi terreni quell’acque, che il Nilo ritirandosi vi lasciava. Al contrario il Melot sostiene, che l’uso, a cui da Archimede fu indirizzata, fosse quello di distribuire e compartire pe’ campi le acque stesse del Nilo. In due luoghi, dic’egli, parla Diodoro Siciliano della chiocciola di Archimede; in uno dice, che gli Egiziani a questo fine appunto se ne servivano; nell’altro racconta solo, che Archimede ne trovò l’uso in Egitto; ed il fine, aggiugne egli, di asciugare le acque stagnanti del Nilo non è mentovato che dal Cardano, e Diodoro non ne fa motto. Così egli. E certo se noi consultiam Diodoro, noi veggiamo, che l’altro uso solamente alla chiocciola di Archimede egli attribuisce per riguardo all’Egitto. Ecco i due passi, in cui egli ne parla: Incolæ, dic’egli in un luogo1, facile eam (terram) rigant machina quadam ab Archimede Syracusio inventa, quæ a forma cochleæ nomen habet. Nell’altro luogo così ragiona2: Illos aquarum profluxus cochleis, quæ Ægyptiæ vocantur, exhauriunt. Inventor harum fuit Archimedes in sua ad Ægyptum peregrinatione. Ma qui egli non parla dell’Egitto, nè degli abitanti delle terre bagnate dal Nilo; parla della Spagna, e di que’ che lavoravano nelle miniere, de’ quali dice, che incontrando nelle sotterranee cave talvolta acque stagnanti, di questo strumento valevansi a volgere altrove le acque, e ad asciugare le stesse cave. E quindi pare, che il Melot più esattamente che il Montucla definito abbia l’uso, per cui la vite fu da Archimede trovata. Da lui pure si crede, che trovata fosse la chiocciola o vite, che dicesi infinita; da lui la moltiplicazione delle carrucole, che latinamente diconsi trochleæ; e forse ancora, dice il Montucla, ei fu il primo inventore della carrucola mobile, poichè nella Meccanica di Aristotile non se ne vede vestigio; da lui per ultimo, secondo Ateneo3, la macchina, di cui i nocchieri valevansi a votar di acque la sentina delle navi. Intorno a queste e ad altre invenzioni di Archimede veggasi il Conte Mazzuchelli, che diffusamente ne ragiona. XXI. La sterminata nave fatta fabbricare dal Re Gerone, e colle macchine di Archimede gittata in mare, è un’altra pruo-

  1. Lib. I p. 40 edit. Amstel. 1746.
  2. L. V p. 360.
  3. Deipnos. lib. V.