Pagina:Storia della letteratura italiana II.djvu/331

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medesima mente umana, cerca la base nella natura dell’uomo, doppio com’è spirito e corpo. È una psicologia applicata alla storia. Stabilisce alcuni canoni psicologici, ch’egli chiama Degnità, o principii. Il concetto è questo: che l’uomo, come essere naturale, opera per istinti, sotto la pressura dei suoi bisogni, interessi e passioni; ma ivi appunto si sviluppa come essere pensante, come Mente, sì che nelle sue opere più grossolane e corpulente ce n’è come un’immagine velata, il sentore. La quale immagine si fa più chiara, secondo che la mente più si spiega in sino a che il pensiero si manifesta nella sua propria forma, opera come riflessione o filosofia. Questo, che è il corso naturale della vita individuale, è anche il corso naturale e la storia di tutte le nazioni, quando non ci sia interruzione o deviazione per violenza di casi estrinseca, come fu per Numanzia oppressa nel suo fiorire da’ romani. Perciò nelle nazioni ci è tre età, la divina, l’eroica e la umana. Precede lo stato selvaggio o di mera barbarie dove l’uomo è servo del corpo, e come una fiera vagante nella gran selva della terra. La libertà è il tenere in freno, i moti della concupiscenza, che viene dal corpo, e dar loro altra direzione che viene dalla mente ed è propria dell’uomo. Secondo che la mente spiega, o si fa più intelligente, si sviluppa la libertà prevale la ragione o l’umanità. La prima età ragionevole o socievole, l’età divina, sorse co’ matrimonii e l’agricoltura quando, a’ primi fulmini dopo l’universal diluvio gli uomini si umiliarono ad una forza superiore che immaginarono essere Giove, e tutte le umane utilità e tutti gli aiuti posti nella loro necessità immaginarono essere Dei. Allora rinunziando alla vaga venere, ebbero certe mogli, certi figli, e certe dimore sorsero le famiglie governate da’ Padri con familiari, imperii ciclopici. In questi regni familiari, divenuti sicuro asilo contro i sel-