Pagina:Storia della letteratura italiana II.djvu/454

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gresso pacifico e legale, governava la borghesia sotto nome di partito liberale moderato. Teneva in iscacco la dritta, perchè se combatteva i gesuiti e gli oltramontani, onorava il cristianesimo, divenuto nel nuovo sistema l’idea rifiessa e consapevole, lo spirito che riconosce sè stesso. Non credeva al soprannaturale, ma lo spiegava e lo rispettava; non credeva a un Cristo divino, ma alzava alle stelle il Cristo umano; e della religione parlava con unzione, e con riverenza de’ Ministri di Dio. Così tirava dalla sua i cristiani liberali e patrioti, e non urtava le plebi. E teneva a un tempo in iscacco la sinistra rivoluzionaria, perchè se respingeva i suoi metodi, se condannava le sue impazienze e le sue violenze, accettava in astratto le sue idee, confidando più nell’opera lenta, ma sicura, dell’istruzione e dell’educazione, che nella forza brutale. Per queste vie la rivoluzione sotto aspetto di conciliazione si rendeva accettabile a’ più e si rimetteva in cammino.

Tra queste idee si formò la nuova critica letteraria. Rimasta fra le vuote forme rettoriche empirica e tradizionale, anch’ella gridò libertà nel secolo scorso, e perduto il rispetto alle regole e all’autorità, acquistò una certa indipendenza di giudizio, illuminata ne’ migliori dal buon senso e dal buon gusto. L’attenzione dall’esterno meccanismo si volse alla forza produttiva, cercando i motivi e il significato della composizione nelle qualità dello scrittore; l’arte ebbe il suo cogito, e trovò la sua formola nel motto: lo stile è l’uomo. Ma era una critica d’impressioni più che di giudizii, di osservazioni più che di principii. Con la nuova filosofia il Bello prese posto accanto al Vero e al Buono, acquistò una base scientifica nella Logica, divenne una manifestazione dell’idea, come la religione, il dritto, la storia, avemmo una filosofia dell’arte, l’estetica. Stabilito un corso ideale della umanità, l’arte entrò nel sistema allo