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96 storia

Avresti detto essere un uomo solo, di centomila uomini per lo meno.

Spettacoli simili, sì bene ordinati, e sì ben condotti, crediamo non potersi vedere che a Roma. E possiamo ad esempio citare il carnevale, di cui parleremo a bug tempo.

Ma intanto riflettendo ponderatamente sui casi che venivano svolgendosi, ci andavam richiedendo l’un l’altro, ove questi elementi di vitalità di un popolo eccitato sarebbero andati a parare, quante volte sopratutto qualche abile direttore avesse voluto trarne partito? L’autorità stessa incominciò ad esserne gravemente impensierita, e vedremo un mese dopo emanarsi un atto, frutto di maturi consigli, per disapprovare tali pubbliche dimostrazioni.

Intanto però l’entusiasmo che accese teneva le fantasie, per le belle cose di cui Roma era il teatro, porgeva argomento agli scrittori di magnificarle, sia in verso sia in prosa. Ed ecco così che veniva protraendosi, anche dopo, l’attenzione pubblica sulle feste degli 8 settembre mediante gli scritti che in Roma, nelle provincie, e anche all’estero diffondevansi.

E a posta loro le provincie e gli esteri paesi rispondevano con altre produzioni, e tutte, vuoi con lodi, vuoi con eccitamenti, tendenti a far perseverare nel bene incominciato cammino. Insomma l’Europa trovavasi trascinata ad occuparsi con interesse delle cose della città etema.

Ma se i più le leggevano per curiosità o per simpatia, abbiam ragione di credere che i gabinetti nello svolgimento di tanta insolita vitalità, e di sì inesplicabili tripudi, vi leggesser per entro un non so che di torbido e misterioso, e che ne presagissero sinistri avvenimenti.

Difatti quel continuo parlare di Pio IX, della sua bontà, della sua clemenza, della sua fiducia nel popolo, della sua avvedutezza, de’ suoi provvedimenti, e delle sue cure paterne, eran tanti rimproveri per gli altri ed equivalevano a dire agli altri sovrani: siate così pur voi e fate al-