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Quest’ultima disposizione in ispecie fu accolta favorevolmente dal pubblico. Piacque pure la seconda, perchè si vide chiamato l’elemento laicale ad aver parte nella pubblica cosa.

Il giorno 8 di novembre ebbe luogo il tanto desiderato e differito Possesso di Sua Santità nell’arcibasilica lateranense.

Superfluo per noi sarebbe e troppo lungo il dame una descrizione circostanziata, la quale può leggersi in vece nel Diario di Roma. 1

Chi noi vide si persuaderà di leggieri ch’esser dovesse come fu, una cosa veramente magnifica e sorprendente, riflettendo che il corteggio transitò per un tratto lungo oltre a due miglia, cioè dal palazzo del Quirinale alla chiesa di san Giovanni in Laterano. I forestieri giunti in Roma più presto del solito per assistervi, e gli abitanti che dai paesi circonvicini a Roma vi affluirono deliberatamente per lo stesso oggetto, vennero quasi a raddoppiarne la popolazione, in guisa che il concorso lungo lo stradale fu immenso, e quindi gli atti di ossequio, e le festevoli acclamazioni al Santo Padre resero lo spettacolo oltre ogni credere imponente. Ma dove si presentò un colpo d’occhio affascinante, anche sotto il punto di vista artistico, da non potersi descrivere, fu al transitare del corteggio sotto al Colosseo stipato di gente che acclamava fervorosamente da tutte le parti, e perfino dai ruderi monumentali dell’antica Roma, non esclusa la meta sudante avanti l’arco di Costantino.

Questa però non potè dirsi dimostrazione nel senso delle altre, perchè in primo luogo la festa era strettamente di rubrica, e quindi l’iniziativa venne dal papa istesso e costituiva una pompa meramente ecclesiastica. Trattavasi in somma del Santo Padre come capo della cattolicità e vescovo di Roma, e non come sovrano. Quindi le acclamazioni ossequiose del popolo eran dirette esclu-

  1. Vedi il Diario di Roma del 10 novembre 1846.