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10 ai lettori

ebbe vari onorifici incarichi dal suo governo. Fra i quali mi sembra dover essere ricordato soprattutto quello di uno de’ sindaci e de’ riformatori della banca del nostro Stato «officio assai grave e difficile nel quale egli insieme con altri seppe maneggiarsi maestrevolmente svelando i mali, e proponendo con la usata sua temperanza efficaci rimedi a cessare i danni patiti, e svolgendo in savi e opportuni regolamenti le giovevoli cognizioni che dai molti studi e dalla pratica degli affari avea saputo raccogliere.» Queste osservazioni fa il Monti nelle sue Memorie1.

Egli si occupò di tale bisogna fino alla sua morte, che avvenne il 3 novembre 1867; e tanto seppe venirne in grazia ad ognuno, che i membri della commissione di riforma, ond’egli aveva fatto parte, nella loro Relazione del 17 marzo 1868, letta all’assemblea generale degli azionisti nel medesimo giorno, rendono bella testimonianza a’ suoi meriti con le seguenti parole:

«È così, o signori, che, soddisfatto per quanto ci fu possibile il nostro mandato, vi restituiamo i poteri che ci conferiste e che cessano d’altra parte anche con la chiusura della sessione dell’assemblea del 1867. Nel che fare non possiamo astenerci dal lasciare espresso in questa relazione il più vivo rammarico per la perdita che nel corso de’ nostri lavori facemmo dell’ottimo collega nostro Giuseppe Spada, il Nestore della romana finanza; uomo che vivamente sentendo la forza del proprio dovere, sebbene grave di anni, fino agli ultimi giorni di sua vita partecipò assai utilmente ai nostri lavori.»


  1. Si posson leggere tanto la Relazione dei sindacatori sopra la banca dello stato pontificio e suo bilancio dell’anno 1866 in data del 15 maggio 1867, letta e distribuita nell’adunanza generale de’ soci il 6 giugno 1867, quanto la Relazione della commissione di riforma, in data del 26 luglio 1867, letta all’assemblea generale degli azionisti il 29 detto.