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così imprudente ed inverecondo, a mettere in piazza quello ch’era ancora un segreto governativo.

E che diranno i nostri lettori allorquando rammenteremo che oltre il cartellone portato dal tribuno del popolo Ciceruacchio, ne vider tutti un altro ove dal lato che veniva riguardato dal papa eravi scritto a lettere cubitali Religione, mentre dal lato posteriore che veniva riguardato e letto da tutto il popolo eravi scritto Libertà, essendone vessillifero quell’Angelo Bezzi romagnolo, compagno di Ciceruacchio, che poi figurò come una delle molle principali della polizia sotto il regime repubblicano?

Questa è pura storia, e le particolarità che narriamo furono beli distintamente osservate e notate da noi pel tempo in cui occorrevano, appunto perchè nulla si perdesse di ciò che accadde, a sussidio della nostra storia.

Nell’avere però biasimato i modi usati per festeggiare la circolare sulla Consulta, non si creda già che ancor noi non avremmo veduto con piacere formarsi una eletta di persone colte e sperte nel maneggio degli affari, venire in aiuto del governo, e imprimergli quella celerità ed energia di movimenti di cui difettava, ove gli eletti fossero rimasti sinceramente e scrupolosamente attaccati al loro mandato e non avessero aspirato a cose maggiori, che vennero mai sempre riguardate siccome incompatibili eolla natura eccezionale del governo di Roma; governo che molti utopisti in quel tempo si eran fitti in capo d’imbastardire, lasciandolo prete e vestendolo cogli abiti da secolare. Avremmo desiderato in somma che il partito di principî politici miranti ad altro scopo non vi si fosse intruso maliziosamente; ma per nostra sventura, mentre vi erano delle onesto persone sotto tutti i rapporti, vi eran pur troppo parecchi animati da sentimenti meno temperati, i quali guastarono ogni cosa come in tutti i tempi ed in tutti i luoghi è accaduto, e son quelli in grazia dei quali, lungi dal procedere oltre, s’indietreggia.