Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/236

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masse compongono, quantunque questi insigni sieno di non dubbi meriti. Corre voce che il Sommo nostro Gerarca che glorioso regna in Vaticano, e della cui misericordia e giustizia è piena tutta la terra, abbia esternato un giudizio pel quale querele molte si mossero dal popolo, come chè egli operato avesse in opposizione al bene pubblico e al diritto delle genti. Pio IX segue le leggi evangeliche tutte di carità e giustizia, per iterate prove gloriose, cui il mondo segnò a indelebili ricordanze. Miei fratelli, rispettiamo i suoi giudizi, e non ci mostriamo innanzi al mondo ingrati a chi ci redense. Oggi le menti di tutti sono rivolte, alla nostra eterna città, non macchiamo turpemente l’animo di colpe. Suoni fausto o glorioso in tutto il mondo cattolico, e in Roma solenne ai presenti, e memorando ai posteri, il giorno in cui l’Eterno ci donò l’uomo del miracolo in Pio IX; veneriamo prostrati l’eletto da Dio, che l’opera del Cristo santamente continua... Ripetiamo vivamente coll’insigne P. Bandini: O figli della chiesa lodate l’Eterno!1

«Da Roma 11 giugno 1847.»

In seguito di ciò i progetti di festa si riassunsero; ma intanto facevansi sapere dal governatore al Dragonetti che restasse in Roma, purchè si contenesse prudentemente coi suoi discorsi onde non porre in una falsa posizione il governo pontificio con quel di Napoli. Pare difatti che in seguito di questo avviso il Dragonetti non desse altro motivo di reclamo pel modo onorevole col quale si condusse in Roma, e lo stesso ministro di Napoli conte Ludolf non lasciò di ammetterlo alla sua conversazione. Restò quindi in Roma per tutto l’anno 1H47; e quando, ed in quale circostanza se ne allontanasse da sè spontaneamente, racconteremo a suo luogo.

Gli storici Farini e Ranalli non ne fecer parola affatto;

  1. Vedi il vol. II, Documenti n. 41, ov’è riportato il detto foglietto clandestino