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14 | discorso preliminare |
Non entreremo a designarne i meriti, o rilevarne i difetti, ma i due primi essendo uomini di partito, il terzo avendo scritto sulla fede delle informazioni ricevute in Toscana, ove risiedeva e pubblicava il suo lavoro, mancano talvolta, o d’imparzialità nei giudizii, o di verità nella esposizione dei fatti.
Abbiamo pure quelle di un Biagio Miraglia, di un Federico Torre, di un Augusto Vecchi, di un Benedetto Grandoni, e quella di Carlo Rusconi, i quali figurarono tutti quale più, quale meno in Roma sotto il governo repubblicano, e quindi è chiaro con quale spirito furono scritte.
Abbiamo inoltre quella del legittimista Balleydier, il quale ignaro affatto della nostra favella, e assente da Roma quando si svolsero gli avvenimenti di cui trattò, dovette necessariamente comporre ancor esso la sua storia sulle altrui informazioni. Esiste ancora quella del conte Lubienski polacco, pubblicata in Parigi, la quale ha del merito per la esattezza delle informazioni, essendosi il Lubienski trovato in Roma in quei tempi.
Per le quali cose, niuno al certo vorrà tacciarci di rivalità o millanteria se osiamo apertamente dire, che le storie suddette, benchè non prive di molte notizie interessanti, perdono il loro conto all’apparire della presente. Imperocchè, meglio informati noi, e per rapporti sociali, e per il maggior tempo decorso, e per le molteplici memorie pubblicate da altri, e per indipendenza di posizione, e sopratutto per ricchezza di materiali, in che niuno potè mai contrastarci il primato, avemmo il vantaggio di narrare la verità delle cose, testimoniandola coi documenti ai quali di tratto in tratto riportiamo i nostri lettori1.
La lettura dei nostri scritti proverà luminosamente, che i fatti i quali si svolsero dal 1846 al 1849, furono
- ↑ Vedasi a tal effetto la lettera che intitolai ai miei concittadini e che divisai di pubblicare in merito alla mia raccolta, la quale lettera è rimasta inedita, ma che noi crediamo di pubblicare adesso; essa farà seguito al presente Discorso preliminare.