Vai al contenuto

Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. I).djvu/249

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 239

ch’eravamo invece meritevoli di essere a calde lacrime compianti.

Viene a comprovare il nostro asserto un foglietto di genere clandestino che trovossi il giorno stesso di san Pietro affisso per tutte le vie di Roma. Tale pertanto convien credere che fosse lo sbalordimento o l’anarchia prevalente nei pubblici dicasteri, che quantunque contenesse una minaccia pel Santo Padre, non osarono i carabinieri di staccarlo dalle pareti, ed ebber così tutti bell’agio di leggerlo e considerarlo.

Egli è dunque da inferirne o che vi fosse già (come suol dirsi) una maniglia preparata per nascondere di simili sconcerti alPautorità, o che questa sentendosi debole, evitar volesse ogni sorta di compromessa.

Il foglietto diceva così:

«Il Popolo Romano
ama
in PIO IX
il Padre del Popolo
il Principe equo e magnanimo
e non confida che in Lui
in Lui solo.
»


«Beatissimo Padre!

» Se taluno vi pone in dubbio la nostra fede e quell’ affetto che ci anima tutti per l’augusta vostra persona, se taluno osa mostrarci quali incontentabili, irrequieti, irreligiosi, quali indegni in una parola di voi, diffidate di costui, Beatissimo Padre! Costui è più vostro nemico che nostro. Costui tende a precipitare in un abisso medesimo voi e noi! . . . Ma Dio veglia! Quel Dio che costoro ebbero sempre sulla bocca, e non mai nel cuore . . . Quel Dio che vi ha eletto a padre e rigeneratore del popolo! . . . Beatissimo Padre! Gli altri principi non son