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di tempo per le offerte. Quindi aggiungeremo che il 24 luglio dell’anno corrente venne eletto segretario della medesima monsignor Camillo Amici.

È nostro proposito ora di dare alcuni cenni sopra la quantità delle linee che volevansi, e sulle compagnie o società ch’eransi presentate al governo pontificio per ottenerne la concessione, desumendo ciò dal rapporto che lo stesso segretario monsignor Amici ne fece al Santo Padre il 28 agosto 1847.1

Le linee delle strade ferrate che il governo voleva che si tracciassero giusta la notificazione del 7 novembre 1846 eran le seguenti:

Prima linea da Roma per la valle del Sacco al confine del regno di Napoli, presso Ceprano.

Seconda linea da Roma a Porto d’Anzio.

Terza linea da Roma a Civitavecchia.

Quarta linea da Roma ad Ancona, e quindi da Ancona a Bologna, tenendo appresso alla via Flaminia Emilia.

Avrebbe desiderato il governo di farne la concessione alla privata industria di compagnie rappresentate da sudditi pontifici, contro doppia cauzione.

La prima delle quali in favore specialmente dei proprietari, le cui terre fossero occupate o patissero qualche danno.

La seconda (prima di porre mano ai lavori) onde avere giusta sicurezza che siano per essere condotti a termine.

In seguito di ciò vennero ricevute le seguenti offerte:

La prima da una società presieduta dal cavalier Valentini, per la linea da Roma a Civitavecchia.

La seconda dalla ditta francese Carlo Lafitte, Blount e compagni rappresentata dal principe Altieri.

La terza da tali Branciard e compagni i quali, tenendosi più stretti, dissero in genere di condurre il lavoro, coi propri fondi, o con prestanze, o con azioni.

La quarta da una società bolognese di sette soci, fra i

  1. Vedi il supplemento al n. 69 del Diario di Roma.