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della rivoluzione di roma 391

Il giorno 4 recossi il Santo Padre in forma pubblica a san Carlo al Corso, secondo il consueto. Il terzo e quarto battaglione civico guarnirono il Corso; i balconi erano orlati di drappi, ma i giornali di quel tempo avendo taciuto sugli applausi al Santo Padre, convien ritenere che non ve ne fossero stati affatto.1

Lo stesso giorno 4 ebbe luogo la riapertura delle scuole in Roma. A quella dei Gesuiti nel collegio romano concorsero pochi giovinetti. In seguito però venner frequentate quasi come prima. Nè fu da stupire per la diminuzione del numero degli alunni; imperocchè eransi fatti imprimere alcuni foglietti e mandati alle varie famiglie di Roma. Uno di essi era un Indirizzo ai padri di famiglia, e l’altro portava per titolo: Ai padri di famiglia italiani Vincenzo Gioberti. Con detti stampati si avvisavano i padri che se avessero proseguito a mandare i lor figli alle scuole dei Gesuiti, ne avrebbero avuto dei figli ingrati, sleali, diobbedienti, rapaci, spergiuri, capaci insomma di qualunque delitto. Riportiamo i detti scritti in sommario, ed a suo tempo vi tornerem sopra parlando dei Gesuiti.2

Il giorno 5 ricevette il Santo Padre in particolare udienza 1 principe Giorgio di Prussia.3

Il giorno 8 poi ricevette nel modo stesso tanto il principe Massimiliano di Baviera, quanto il conte di Minto, custode del sigillo privato di Sua Maestà Britannica, ed uno dei componenti il Beale Gabinetto. È il medesimo di cui abbiamo parlato lungamente di sopra sotto la denominazione di lord Minto. Minto è la contea, ma i conti di Minto appartengono alla famiglia Ellis.4

Analogamente al motu-proprio sulla Consulta di stato

  1. Vedi il Diario di Roma del 6, la Pallade del 5, e la Bilancia del detto giorno.
  2. Vedi il sommano numeri 9 e 10. — Vedi detti stampati nel III volume dei Documenti ai numeri 78 e 82.
  3. Vedi il Diario di Roma del 6 novembre 1847.
  4. Vedi il Diario di Roma del 9 detto.