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vatori sul Campidoglio. Ed in vero quel luogo è tale, che non può a meno di non ridestare alla memoria di ehi sente scorrersi nelle vene il sangue romano quel sublime verso del poeta Marone, nel quale non potea meglio esprimersi la romana grandezza, dicendo: «Tu regere imperio populos, Romane, memento

E comechè a nostri giorni la grandezza di Roma sia passata dal Campidoglio al Vaticano, e quel regere imperio populos non s’intenda più della forza materiale, ma di quella morale che il vicario di Cristo esercita su tutto il mondo cattolico, tuttavia ancor noi abbiamo in retaggio una tale grandezza di che pur noi, come i nostri maggiori, possiamo andare superbi.

Nel palazzo Capitolino in quella solennità, dopo un discorso del cardinale presidente acconcio alla festa, venne offerta la bandiera di Ferrara al municipio romano per mezzo del suo consultore conte Gaetano Recchi.

E qui per rigore di storica verità dobbiam notare una malizia usata; poichè la ferrarese bandiera si fece prima figurare in processione onde riscotesse speciali applausi dalle moltitudini, e poscia si fece presentare formalmente. Si volle in somma farla nascere dopo che aveva vissuto e funzionato.

Si formò la terna per la elezione del senatore coll’intendimento di sottoporla al Santo Padre per la scelta. Ella presentava i nomi illustri di un

Principe Corsini. Nomi tutti cui vanno associate le idee di splendore e magnificenza del patriziato romano.
Principe Borghese.
Principe Doria.

Elesse il Santo Padre il principe Don Tommaso Corsini a senatore di Roma, ed il giorno 25 con plauso universale venne proclamato.

In far ciò il Papa fece mostra della squisita gentilezza dell’animo suo, ed insieme del più fino accorgi