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34 lettera di giuseppe spada

lice Orsini, l’avvocato Brofferio, Giuseppe Mazzini, Guglielmo Gaiani, Augusto Vecchi, Giuseppe Ricciardi ed altri sulle coee di Roma, e sul movimento italiano; e, previa la dichiarazione del mio rispetto per tutti, opino non ostante che la storia resta ancora a farsi, e che a questo effetto i miei materiali possono essere utili.

Io non intendo con ciò d’insinuare che le opere di questi scrittori debbano porsi in un fascio per farne un falò: sarei stolto ed ingiusto.

Dico anzi e sostengo che son tutte a consultarsi, perchè contenenti più meno molte cose di buono e di utile a conoscersi, ma che per la rifusione della storia contemporanea, e per la parte specialmente che riguarda le cose di Roma, affinché riesca verace, imparziale, e completa, la mia sola raccolta, ch’io sappia, è al caso di sopperirne i mezzi.

N.B. Tuttociò era già scritto nell’anno 1858, ma non pubblicato, allorquando fui consigliato non solo, ma spinto da’ miei amici, a scrivere io stesso la storia di Roma dal giugno 1846 al luglio 1849. Questa storia ora è terminata, e formerà tre volumi in-8. ed un volume di documenti, ossia Sommario.

Il mio lavoro differisce dagli altri di simil genere, quanto al suo ordinamento, e quindi anzi che storia, potrebbe chiamarsi cronaca documentata, o memorie storiche, o meglio annali ragionati e documentati della rivoluzione di Roma dal 1846 al 1849.

In questi annali giorno per giorno raccontasi l’accaduto, anche le più minute cose, appoggiandole sempre ai documenti. Ma non vi si racconta semplicemente ciò eh* è accaduto, ma si rimonta alla origine degli avvenimenti, se ne mostra la connessione fra loro o con altri, e si fanno conoscere le molle che furono messe in azione, tanto ostensibilmente, quanto nascostamente.

In una parola, si cerca di spargere la luce su la origine, su lo spirito, la portata e lo scopo del movimento romano-italiano.

Accade perciò che frammista agli avvenimenti si è dovuto dare ima indicazione particolareggiata di tutte le leggi, o disposizioni governative, che pure sono una parte essenzialissima della storia. Ciò non pertanto la loro moltiplicitò potrà riuscire per alcuni di noia, o riguardarsi come una cosa di minore importanza. Trattandosi di un repertorio generale, volli che tutto fosse annunciato e riportato al suo posto; ma quelli cui non sembrassero di un interesse eguale a tutto il resto, non avreb-