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della rivoluzione di roma 43


Prima di tutte fra le città della pontificia dizione dette il segnale Bologna raccogliendo in sui primi giorni del giugno 1846 un numero considerevole di sottoscrizioni che vuolsi giungesse a quello di 1753, compilando una supplica da inviarsi a Roma al cardinale camerlengo. Esercita esso, come tutti sanno, il sommo potere nei momenti di sede vacante.

Domandavasi con detta supplica al futuro pontefice la rappresentanza legale dei bisogni del popolo per mezzo dei consigli provinciali, e ne furono promotori

Minghetti Marco
Aglebert Augusto
Berti-Pichat
Pepoli marchese Gioachino
Tanara marchese Ludovico
Marchetti conte Giovanni. 1

Consimili suppliche o indirizzi elaboravansi in Ferrara, Ravenna e Forlì. In Osimo e Ancona poi vennero presentati dalle magistrature comunali ai rispettivi vescovi.

Ciò faceva il partito dei riformatori che rappresentavano una parte della società colta e distinta, e che per un momento chiameremo i dottrinarî dello stato pontificio, prendendone l’idea dai dottrinarî francesi sotto il ministero Guizot.

Questo partito almeno agiva a fronte scoperta e chiedeva cose che non avevano dell’impossibile ad effettuarsi.

Si trovò per verità inconveniente il modo di chiedere, perchè quell’inviare una supplica coperta da migliaia di firme, scimmiottando così Francia e Inghilterra, dava un carattere se non di violenza, almeno d’imbarazzante pressura alla domanda.

Ciò che si facesse poi in quei giorni il partito degli

  1. Vedi Montanelli Memorie, vol. I, pag. 130. — Gualterio Memorie storiche, vol. II, pag. 580. — L’opera intitolata Miscellanea del giorno, stampata in Parigi nel 1846 alla pag. 213.