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Del resto può dirsi asseverantemente che il sommo pontefice Pio IX era Pio di fatti, pria di assumerne il nome. Era dotto nelle ecclesiastiche discipline, generoso, sobrio, temperato, ed in sommo grado dotato di una facile e naturale eloquenza. Era pure benefico per non ordinaria benfattezza di cuore.

Era inoltre bello della persona. Cavaliere per nascita e per modi, attraente, simpatico. Dignitoso con disinvoltura e disinvolto con dignità, espansivo pure, e di tale persuasiva nel discorso da convincere chi che sia. Non conobbe nepotismo, e se valutava Toro e l’argento, egli era non già per accumularlo, sibbene per usarne a rimunerazione dei meritevoli, o a sollievo dei miseri. E se il suo antecessore fu poco accessibile in sugli ultimi, Pio EK fu accessibile prima, dopo, e sempre.

Tali furono le prerogative di che era adorno, e che gli attirarono subito dopo eletto papa, le simpatie di tutti, inebriando così le menti dei Romani, dei sudditi delle Provincie, non che dell’estere nazioni.

Allorquando però fu annunziata la sua elezione dalla loggia del Quirinale la mattina del 17 giugno, come sopra accennammo, sia perchè i più ritenessero ancora essere stato eletto il cardinale Gizzi, che chiamossi, per quei pochi momenti che lo si credette eletto, il papa d’Azeglio sia che il suo nome non fosse abbastanza cognito per fatti amministrativi o governativi, l’annunzio venne ricevuto piuttosto freddamente. Niun entusiasmo quindi si eccitò nel momento in cui venne a conoscersi positivamente la sua elezione la quale dopo l’annunzio dalla loggia, venne comunicata al pubblico nel giornale officiale il giorno 181. Alla truppa però fu annunziata dal ministro delle armi fin dal giorno 172.

Nel giorno 20 monsignore Corboli Bussi, che, come segretario del conclave, era pro-segretario per gli affari

  1. Vedi le Notizie del giorno, 18 giugno 1846.
  2. Vedi Appendice ai documenti, n. 1.